Il Capodoglio Siso era un giovane maschio di 10 metri che nell’estate del 2017 è rimasto impigliato con la pinna caudale in una rete illegale a largo di delle Isole Eolie.
Nonostante gli intensi sforzi degli uomini della Guardia costiera, che lo hanno liberato parzialmente dalla rete, il Capodoglio è purtroppo morto, dopo una lenta e sofferente agonia.
Il suo corpo è stato trasportato dalle correnti fino alle coste di Capo Milazzo, dove Carmelo, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ha scarnificato circa 10 tonnellate di carne, completamente immerso nell’acqua putrida in cui era semisommerso il Capodoglio, con la finalità di recuperare le ossa. Durante questa operazione, ha estratto dalla pancia del cetaceo molta plastica, tra cui un vaso da giardinaggio nero e diverse buste ingerite in vita dall’animale.
Oggi, dopo un lungo processo di pulizia e trattamento lo scheletro del Capodoglio è montato ed esposto al pubblico.
Posizionato all’interno del suggestivo “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello in quello che oggi è il Museo del Mare di Milazzo, è sospeso in aria con dei cavi, assieme alla rete illegale che l’ha ucciso e alla plastica che è stata trovata nella sua pancia.
L’obiettivo è sensibilizzare la gente affinché la tragedia del capodoglio Siso, possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti, adulti e bambini.